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come abbiamo approfondito in altre sezioni. l intenzione, la negligenza e l involontarietà rappresentano il fattore individuale dell illecito. le dissomiglianze tra questi elementi sono notevoli:
l intenzione si ha nel caso in cui chi compie l illecito opera intenzionalmente ed è consapevole degli effetti del suo gesto o mancanza; la negligenza, al contrario, si ha nel caso in cui egli, pur procedendo intenzionalmente, non é in nessuna maniera consapevole degli effetti del suo gesto e, inoltre, la circostanza è provocata dalla trascuratezza o avventatezza o incapacità del responsabile, o è causata dalla sua infrazione di norme, regole, disposizioni o regolamenti;l involontarietà, in ultimo, non è una nozione che va collocata a metà strada tra l intenzione e la negligenza; essa, al contrario, è intenzione misto a negligenza.
sostanzialmente, chi compie l illecito opera intenzionalmente, ciò nonostante egli è consapevole di compiere un altro illecito in rapporto a quello che, concretamente, è provocato dal suo comportamento. la sola ipotesi disciplinata dal codice penale di un reato di questo tipo è il delitto involontario (cfr. art. 584 c.p.).
vi sono tipologie divise in gradi di intenzione, si va difatti dall intenzione prestabilita (il più pesante) all intenzione presumibile, e tipologie differenti di negligenza, si va dalla negligenza consapevole a quella inconsapevole (ipotesi regolare di negligenza).
il limite tra l intenzione e la negligenza è costituito dalla difformità tra l intenzione presumibile e la negligenza consapevole: il primo si ha nel caso in cui chi opera ha presunto l eventualità che la circostanza avesse luogo e ha assunto il pericolo del suo verificarsi, laddove la seconda si ha nel caso in cui il responsabile ha presagito l eventualità del manifestarsi della circostanza ma ha operato con la certezza che la circostanza stessa non avrebbe avuto luogo.
classica ipotesi di negligenza consapevole, e non di intenzione potenziale, è quella del saltimbanco che in uno spettacolo circense esercita il lancio dei pugnali verso un individuo; egli indubbiamente presume la probabilità di centrare lo stesso ma opera facendo assegnamento alla sua bravura ed è convinto di scongiurare la circostanza. in breve, in tutte le ipotesi in cui la circostanza è stata intuita come probabile, ma si era certi che non avesse luogo, questo è un caso di negligenza consapevole, e non probabile intenzione.
il codice di procedura penale opera una distinzione tra reati punibili a querela e reati punibili di dovere, stabilendo come fonti principali la norma della perseguibilità obbligatoria (art. 50 c.p.p., comma 2).
laddove per i reati punibili obbligatoriamente va avviato un processo penale solo se arrivi, a qualunque ente che ne ha la competenza, una notificazione di illecito, per i reati punibili a querela è indispensabile anche che la parte lesa dall illecito domandi ufficialmente che il responsabile sia sanzionato sul piano penale.
il diritto di querela, in sostanza, è assicurato ad ogni parte lesa offesa da un illecito per cui non sia necessario proseguire obbligatoriamente (art. 120 c.p.), va compiuto entro tre mesi dalla data in cui la parte lesa ha avuto comunicazione del gesto che rappresenta illecito (art. 124 c.p.), e consta di due fattori:
la notificazione di illecito e il palesarsi della pretesa che si prosegua sul piano penale rispetto allo stesso. le concrete difformità con la denuncia sono che essa può essere avanzata da tutti (non soltanto dalla parte lesa) e non deve inevitabilmente comprendere una dimostrazione di desiderio, in altri termini basta che sia data la notificazione che ha avuto luogo una fattispecie di illecito.
un ulteriore difformità concreta è che, laddove la querela può costituire assoluzione, la denuncia no: in breve nel caso in cui vi è un processo in sede penale per un reato perseguibile a querela la parte lesa può rinunciare alla medesima e, se il denunciato opera la cosi chiamata ammissione della rinuncia, l illecito si annulla (artt 152 - 156 c.p.)
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in pratica, l organo legislativo ha stabilito una norma in base alla quale per la perseguibilità di taluni illeciti è indispensabile che la parte lesa pretenda che sia sanzionato il responsabile, laddove per altri illeciti, che generalmente sono i reati più pesanti e tutte le trasgressioni, basta che arrivi la notificazione di delitto all ente competente; per di più, per i delitti perseguibili d obbligo lo stato non consente che la parte lesa demandi la querela poiché possiede esso stesso un interessamento legittimamente importante a limitare il compimento di quei delitti.
non è noto a tutti, concludendo, che in ipotesi specifiche anche il soggetto privato ha un chiaro obbligo legale di denuncia e che nell ipotesi di disattenzione è tenuto a risponderne sul piano penale (v. art.364 c.p.)